
Orchestra e Coro tornano al Piermarini con la Nona di Beethoven diretta dal M° Chailly
Sabato 12 settembre il primo concerto riservato agli operatori sanitari, poi le date del 14, 16 e 17 aperte al pubblico. Cantano Krassimira Stoyanova, Ekaterina Gubanova, Michael König
e Tomasz Konieczny con il Coro diretto da Bruno Casoni.
E il 14 ottobre dialogo su Beethoven in Duomo tra Mons. Borgonovo, Riccardo Chailly e Dominique Meyer
e Tomasz Konieczny con il Coro diretto da Bruno Casoni.
E il 14 ottobre dialogo su Beethoven in Duomo tra Mons. Borgonovo, Riccardo Chailly e Dominique Meyer
Dopo il raccoglimento con il Requiem nelle tre cattedrali lombarde, per il ritorno nella sala del Piermarini Riccardo Chailly sceglie di riunire nuovamente Coro e Orchestra sulle note della Nona Sinfonia di Beethoven, messaggio di fiducia nel futuro e nell’unione tra gli uomini. Il primo concerto, il 12 settembre, vede per la prima volta i musicisti scaligeri riuniti a pieni ranghi nel loro Teatro ed è un atto di gratitudine verso il personale sanitario che nel corso di questi mesi si è prodigato e ancora si prodiga per affrontare una situazione eccezionale. Medici, infermieri, scienziati hanno offerto assistenza e sostegno ai malati con professionalità e dedizione combattendo un male che imparavano a conoscere sul campo, giorno per giorno. Proprio questo impegno fino al sacrificio di sé è il primo elemento su cui è possibile ricostruire fiducia nel futuro della nostra Città e della nostra Regione. Alla prima serata, riservata a medici e infermieri e sostenuta da Fondazione Bracco, ne seguiranno altre tre aperte al pubblico, che dopo molti mesi potrà riascoltare Orchestra e Coro scaligeri nella sala del Piermarini.
Fondazione Bracco nel 2020 celebra i primi 10 anni di attività ed è lieta di confermare il sostegno al Teatro alla Scala anche in occasione del Concerto Straordinario di riapertura di sabato 12 settembre, dedicato al personale sanitario.
“È con immenso piacere che vediamo l’Orchestra e il Coro ritornare nella sala del Teatro”, commenta il Sovrintendente Dominique Meyer. “La Scala è ripartita con un omaggio, sentito e commovente, alle vittime della pandemia con il Requiem di Verdi prima in Duomo e poi nelle città più colpite, Bergamo e Brescia. Il concerto di riapertura del Teatro, sempre diretto da Riccardo Chailly, ha un significato simbolico altrettanto importante, espresso dalle note di Beethoven: ringraziare gli operatori sanitari e guardare con fiducia al futuro. Con un messaggio rivolto al pubblico: i Teatri applicano con rigore le norme di distanziamento e di prevenzione e sono oggi tra i luoghi più protetti. Tornare alla Scala significa cominciare a ricostruire la nostra comunità in condizioni di sicurezza”.
“Il periodo che abbiamo vissuto ha lasciato una traccia indelebile in ognuno di noi. Ma adesso è il momento di reagire e farlo insieme” afferma Diana Bracco, Presidente di Fondazione Bracco, che è da sempre al fianco del Teatro alla Scala e che da quasi 10 anni è membro Fondatore dell’Accademia scaligera. “Occorre un’iniezione di fiducia nel futuro. Milano non può smarrire la sua vocazione di essere per l’Italia un traino e un vero motore civile, sociale e culturale, oltre che economico. Per tutti questi motivi Fondazione Bracco ha deciso di sostenere come Main Sponsor questo concerto di riapertura al pubblico del Piermarini, dedicato al personale sanitario. Un momento di ripartenza dal forte valore emblematico per ogni milanese”.
Fondazione Bracco nel 2020 celebra i primi 10 anni di attività ed è lieta di confermare il sostegno al Teatro alla Scala anche in occasione del Concerto Straordinario di riapertura di sabato 12 settembre, dedicato al personale sanitario.
“È con immenso piacere che vediamo l’Orchestra e il Coro ritornare nella sala del Teatro”, commenta il Sovrintendente Dominique Meyer. “La Scala è ripartita con un omaggio, sentito e commovente, alle vittime della pandemia con il Requiem di Verdi prima in Duomo e poi nelle città più colpite, Bergamo e Brescia. Il concerto di riapertura del Teatro, sempre diretto da Riccardo Chailly, ha un significato simbolico altrettanto importante, espresso dalle note di Beethoven: ringraziare gli operatori sanitari e guardare con fiducia al futuro. Con un messaggio rivolto al pubblico: i Teatri applicano con rigore le norme di distanziamento e di prevenzione e sono oggi tra i luoghi più protetti. Tornare alla Scala significa cominciare a ricostruire la nostra comunità in condizioni di sicurezza”.
“Il periodo che abbiamo vissuto ha lasciato una traccia indelebile in ognuno di noi. Ma adesso è il momento di reagire e farlo insieme” afferma Diana Bracco, Presidente di Fondazione Bracco, che è da sempre al fianco del Teatro alla Scala e che da quasi 10 anni è membro Fondatore dell’Accademia scaligera. “Occorre un’iniezione di fiducia nel futuro. Milano non può smarrire la sua vocazione di essere per l’Italia un traino e un vero motore civile, sociale e culturale, oltre che economico. Per tutti questi motivi Fondazione Bracco ha deciso di sostenere come Main Sponsor questo concerto di riapertura al pubblico del Piermarini, dedicato al personale sanitario. Un momento di ripartenza dal forte valore emblematico per ogni milanese”.
Il cast
Per questo grande concerto di riapertura si riunisce un illustre quartetto di solisti. Krassimira Stoyanova, che nei mesi del lockdown è rimasta vicina alla Scala partecipando all’incisione a distanza del finale di Simon Boccanegra, torna nella sala dove è stata applaudita in un repertorio che spazia dalla Marschallin del Rosenkavalier a Ariadne, Aida e Elisabetta in Don Carlo. Egualmente versatile Ekaterina Gubanova, che alla Scala è stata Fricka in Die Walküre ma anche Eboli e Amneris, oltre che mezzosoprano nella Messa da Requiem diretta da Riccardo Chailly. Il tenore è Michael König, che abbiamo ascoltato come Max in Der Freischütz e Bacchus in Ariadne auf Naxos, e il basso Tomasz Konieczny, che alla Scala ha partecipato a produzioni di Don Giovanni e Fierrabras.
Riccardo Chailly e BeethovenIl rapporto di Chailly con Beethoven è la storia di una vita, ma solo nel 2011 il Maestro ha deciso di affidare al disco un’integrale sinfonica con il Gewandhaus di Lipsia, la più antica orchestra d’Europa di cui era Direttore Musicale e la cui tradizione beethoveniana, radicata nelle letture di Mendelssohn, era passata dalle bacchette di Artur Nikisch, Wilhelm Furtwängler, Bruno Walter fino a Kurt Masur e Herbert Blomstedt. La scelta di allora, maturata in anni di studio, esperienza e riflessione, era stata radicale: rispettare i metronomi d’autore, notevolmente più rapidi di quelli abituali, per scoprire un Beethoven autentico, anticonvenzionale e spavaldamente contemporaneo, sebbene non privo di precursori: certamente Toscanini, ma anche Szell e Gardiner. Il risultato, tra entusiasmi e resistenze, era stato un nuovo, fortissimo impulso al dibattito musicologico ma anche estetico sull’opera del compositore di Bonn. Ora, a nove anni di distanza, Chailly è tornato alle nove sinfonie con un’orchestra italiana e una prospettiva inevitabilmente trasformata ma che conserva il rigore e la forza musicale dell’approccio di allora, oggi illuminato dall’entusiasmo di un discorso musicale che riprende riallacciando i legami con la città.
Un momento straordinario di riflessione sull’eredità del grande compositore sarà il 14 ottobre l’incontro di apertura della Scuola della Cattedrale: Monsignor Gianantonio Borgonovo, il M° Riccardo Chailly e il Sovrintendente Dominique Meyer approfondiranno il significato sempre vivo del lascito sinfonico beethoveniano.
Un momento straordinario di riflessione sull’eredità del grande compositore sarà il 14 ottobre l’incontro di apertura della Scuola della Cattedrale: Monsignor Gianantonio Borgonovo, il M° Riccardo Chailly e il Sovrintendente Dominique Meyer approfondiranno il significato sempre vivo del lascito sinfonico beethoveniano.
I progetti per il duecentocinquantenario
Il 2020, anno del 250° anniversario della nascita di Beethoven, ha visto le maggiori orchestre e istituzioni musicali di tutto il mondo programmare le opere del grande compositore. Il Teatro alla Scala aveva programmato un ciclo completo delle Sinfonie che avrebbe visto il Direttore Musicale sul podio di Coro e Orchestra della Scala, della Filarmonica e dell’Orchestra dell’Accademia, e che è stato realizzato in gran parte, mentre le sinfonie mancanti saranno programmate nei prossimi mesi. Prima tappa è stata l’esecuzione della Sinfonia n° 4 insieme alla Quarta di Mahler a settembre; sono seguite le Sinfonie n° 2 e 3 a novembre e le n° 8 e 5 a gennaio, prima che il ciclo fosse sospeso a causa dell’emergenza sanitaria. Le serate di riapertura del Teatro riprendono il discorso interrotto aggiungendovi un sentimento più profondo, un significato particolare. Per molti anni a Lipsia Riccardo Chailly ha diretto la Nona a ogni Capodanno, una tradizione che ha voluto introdurre anche a Milano con l’Orchestra Verdi. Con i concerti alla Scala le note di Beethoven tornano ancora una volta ad accendere le speranze di un nuovo inizio, per il Teatro e per la Città.
12 settembre 2020 (riservato al personale sanitario)
14, 16, 17 settembre 2020
ore 20
Coro e Orchestra del Teatro alla Scala
Direttore Riccardo Chailly
Ludwig van Beethoven
Sinfonia n. 9 in re min. op. 125
per soli, coro e orchestra
Krassimira Stoyanova, soprano
Ekaterina Gubanova, mezzosoprano
Michael König, tenore
Tomasz Konieczny, basso
Maestro del Coro Bruno Casoni
Prezzi: da 95 a 7 euro più prevendita
Infotel 02 72 00 37 44
www.teatroallascala.org