DON CHISCIOTTE, DAL ROMANZO DI MIGUEL DE CERVANTES AL BALLETTO
La trama del celebre balletto di Marius Petipa è tratta dal romanzo El ingenioso hidalgo Don Quijote de la Mancha (L’arguto cavaliere Don Chisciotte della Mancia) dello scrittore spagnolo Miguel de Cervantes (1547-1616), pubblicato in due parti tra il 1605 e il 1615. Questo romanzo ha iniziato a destare l’interesse del mondo della danza già nel Seicento, dopo che in Francia era cominciata a circolare la sua traduzione. Ma è stato soprattutto intorno alla metà del Settecento, con l’affacciarsi del nuovo genere del balletto pantomimo, che si sono susseguite diverse creazioni ispirate al soggetto di Cervantes.
Tuttavia a creare la versione che si è imposta nel repertorio del balletto classico fino ai nostri giorni è stato Marius Petipa, che si è ispirato al romanzo di Cervantes solo in parte per poter proporre uno spettacolo sul genere della commedia con un personaggio surreale come lo hidalgo Don Chisciotte.
NUREYEV REINTERPRETA IL DON CHISCIOTTE
Come nel caso de Lo Schiaccianoci, Rudolf Nureyev (in qualità di coreografo) ha dato nuova vita a questa opera. Pur ispirandosi alla tradizione russo-sovietica Nureyev ne ha modificato considerevolmente la coreografia, cambiando in parte l'argomento e la messinscena, ripristinando fra l'altro il prologo nella magione di Don Chisciotte.
Le prime modifiche nella versione in scena al Bolshoi e per l'Opera di Vienna. Un tale successo che il coreografo sarà invitato a rimontare lo spettacolo per molte altre compagnie.
E la sua versione “autentica” delle intenzioni di Nureyev è certamente costituita dal film girato con l'Australian Ballet (la scena fu creata in un hangar per aerei a Barry Kay), film che ha contribuito a far conoscere il balletto. Alla Scala il suo Don Chisciotte arriva nel 1980.
Intervistato nel 1971 dalla rivista Show, Nureyev dichiarò:
“Ho cercato di riportare i sei personaggi principali del balletto alle maschere della commedia dell'arte. Chisciotte è Pantalone, Kitri è Colombina, Basilio è Pierrot. Non volevo che la storia girasse intorno a Don Chisciotte, ma che fosse incentrata sulle reazioni della gente nei suoi confronti. All'inizio odiavo la figura di Don Chisciotte. Non l'ho capita per molto tempo. Stavo dalla parte della gente. Poi ho letto il libro! C'è così tanto che in un balletto si può sfiorare solamente la superficie. Ho cercato di metterci un mucchio di cose che avevo provato leggendo il libro...
Poi, volevo una parte comica, e poiché nessun coreografo me ne aveva mai offerta una, me la sono fatta da me”.